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L’arrivo della primavera piace meno a chi soffre di allergia

L’arrivo della primavera piace meno a chi soffre di allergia

Tempo di allergie

L’arrivo della primavera piace meno a chi soffre di allergia

Patrizia Mantoessi 
• Farmacista

Da alcuni anni il rischio di sviluppare allergia è aumentato e complici l’inquinamento, il cambiamento climatico e gli alimenti trattati il rischio di manifestare sintomi allergici interessa tutto l’anno. La Natura segna comunque il cambio di stagione con la fioritura di alcune piante tra le quali le graminacee una famiglia che comprende mais, frumento, orzo e gramigna e di alcuni alberi quali betulla, nocciolo, faggio e cipresso che hanno una fioritura tra marzo e aprile.

Altre famiglie sono le Composite come artemisia ed ambrosia che fioriscono più tardi tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno e le Urticacee, come la parietaria, che fioriscono in estate.

I pollini rilasciati nell’aria e trasportati dal vento se inalati da un soggetto sano sono generalmente ben tollerati, ma scatenano reazioni abnormi del sistema immunitario nel soggetto allergico.

L’allegria è infatti una risposta immunitaria specifica destinata a difendere l’organismo contro una sostanza estranea, antigene, generalmente inoffensivi.
Nel soggetto allergico la risposta è considerata eccessiva, anormale.
Si conoscono circa 200.000 sostanze (allergeni) suscettibili di provocare allergia. I più comuni sono i pollini, gli alimenti e i loro conservanti, gli acari della polvere, i peli di animale, il veleno degli insetti. Anche alcuni medicinali posso scatenare reazioni allergiche.
Gli epidemiologi distinguono due principali tipi di reazioni allergiche:
• le reazioni d’ipersensibilità immediate che sopraggiungono pochi minuti dopo il contatto con l’allergene
• le reazioni d’ipersensibilità ritardate che si riproducono dopo ore o giorni in seguito all’esposizione all’allergene
L’ereditarietà ha un suo peso. Se nessuno dei genitori ha delle allergie, la possibilità che un bambino ne sviluppi sono all’incirca del 10-20 %, se uno dei genitori ha delle allergie le possibilità sono pari al 30-50%, se entrambi ne hanno la possibilità è del 40-75%.
I sintomi più comuni dell’allergia sono prurito, lacrimazione, rossore, gonfiore, pizzicore fino alle difficoltà respiratorie e interessano diversi organi e distretti corporei: occhi, naso, bocca, gola, orecchie, polmoni, pelle, addome.
Una delle manifestazioni più diffuse è la rinite allergica che è una reazione infiammatoria della mucosa nasale dopo esposizione all’allergene (polline, polvere etc.).
Si distingue una prima fase detta di sensibilizzazione durante la quale il paziente entra per la prima volta in contatto con l’allergene. Il contatto successivo con l’allergene produce la risposta anticorpale (produzione di IgE immunoglobuline). L’attivazione della risposta anticorpale provoca il rilascio di numerose sostanze tra le quali la più nota è l’istamina. Questa reazione precoce porta i classici sintomi quali starnuti, prurito nasale, rinorrea e congestione nasale.
Può seguire una reazione tardiva che si verifica invece dopo 4-12 ore dal contatto o dall’esposizione all’allergene che ha come manifestazione principale la congestione nasale. Come difendersi e trattare i sintomi?
Ai rinitici è consigliabile non sostare a lungo all’aperto, perché soprattutto in presenza di vento i pollini vengono trasportati più facilmente e si depositano su abito e mucose. È preferibile proteggersi con una mascherina per evitare la sovraesposizione e se possibile evitare di andare in zone dove erba è stata appena tagliata. Può essere utile consultare il bollettino pollinico disponibile online e tramite numerose app. Non ultimo per importanza è opportuno lavarsi spesso i capelli per ridurre il rischio di depositare pollini sul cuscino.
Negli ambienti chiusi è utile utilizzare sistemi di purificazione ma controllare e pulire regolarmente i filtri. Se l’allergico è un bambino meglio limitare i peluche, i libri e tutto ciò che accumula più facilmente polvere e allergeni.
Indispensabile sentire sempre il parere del medico anche per scelta dell’antistaminico ed evitare il fai da te, il parere dello specialista risulta fondamentale anche per l’utilizzo dei farmaci biologici più recenti così come per l’utilizzo dei più classici cortisonici al fine di evitare in quest’ultimo caso il rischio di osteoporosi, fratture, malattie digestive o diabete possibili con l’uso prolungato.
La fitoterapia può aiutare ad attenuare i sintomi. A differenza di alcuni antistaminici i rimedi fitoterapici non provocano sonnolenza, possono e esser usati per lunghi periodi.

La prevenzione si può iniziare dalla fine di febbraio con il macerato glicerico di Ribes Nigrum. Le sue gemme contengono principi con proprietà antinfiammatoria e antiallergica. Le proprietà antiallergiche sono molto buone, la sua azione è definita cortisone-simile priva però degli effetti collaterali del cortisone.

In egual misura risulta utile l’euphrasia, rimedio naturale utile per la gestione della lacrimazione nel soggetto allergico, che spesso lamenta non solo prurito, ma anche una sensazione di sabbia negli occhi e una importante sensibilità alla luce.
Al di fuori della medicina convenzionale anche l’aromaterapia è risultata efficace contro i comuni sintomi dell’allergia, sono rimedi in forma di spray nasali e capsule, nei quali sono finemente dosati alcuni oli essenziali ad azione antistaminica e antinfiammatoria.  

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